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      Ormai è chiaro che le politiche economiche della nuova amministrazione statunitense avranno effetti dirompenti sull’economia mondiale. Anche se è ancora presto per dire quali saranno esattamente le diverse ricadute, con uno scenario in continuo divenire.

      Gli strumenti a disposizione delle imprese

      Tuttavia, le imprese italiane, spesso leader in settori di pregio come automotive, arredo, moda e lo stesso agroalimentare, possono fin da ora affidarsi ad alcune possibili contromisure per mitigare il maggior onere che i propri clienti statunitensi dovranno sostenere per effetto delle nuove tariffe.

      Vediamo, dunque, quali gli strumenti a disposizione, offerti dalla legislazione dell’Unione Europea.

      Si può intervenire con due diverse prospettive:

      • In Italia

        Per minimizzare o neutralizzare – ove possibile – i dazi in importazione nella UE per semilavorati e materie prime, al fine di contenere i costi di produzione e la relativa base imponibile su prodotti finiti realizzati nel territorio unionale, destinati all’esportazione

      • Negli USA

        Per cogliere le agevolazioni concesse negli USA, riducendo significativamente l’onere daziario complessivo per i prodotti “commercializzati” non necessariamente ottenuti nella UE

      Adottare regimi sospensivi per neutralizzare dazi su semilavorati e materie prime

      Un’impresa italiana, che intenda realizzare nel nostro paese un prodotto destinato ad essere esportato verso gli USA, dovrà adottare ogni regime sospensivo per neutralizzare i dazi dell’UE su semilavorati e materie prime importate. A questo riguardo, la disciplina doganale UE prevede “regimi speciali” che consentono di poter introdurre merci nel territorio degli stati membri per lavorazione o stoccaggio, senza l’applicazione di dazi e iva. I prodotti finiti così ottenuti potranno essere successivamente esportati con maggiori marginalità per non essere mai stati incisi dalla fiscalità domestica (nazionale e unionale).

      Le semplificazioni per gli Operatori Economici autorizzati

      Oltre all’adozione dei regimi speciali ed alla pianificazione sulle diverse variabili di prodotto, è ormai tempo anche per le imprese italiane di accedere alle formule di semplificazione concesse agli Operatori Economici autorizzati AEO. La qualifica di AEO consente alle aziende unionali di ridurre i controlli delle autorità di stato membro fino al 90%, di gestire i regimi speciali sospensivi con modalità semplificate, di ottenere privilegi in ogni mercato estero che abbia siglato una reciprocità con la UE. Il programma AEO ha già accordi in tal senso con USA, Cina, Giappone, UK.

      Nel panorama internazionale, solo gli AEO potranno avvalersi delle seguenti esclusive agevolazioni:

      • Autovalutazione

        Consente di gestire in autonomia l’accertamento doganale di dazi e misure di politica commerciale, senza l’intervento dell’autorità doganale di Stato membro

      • Iscrizione nel registro del dichiarante

        Consente di non presentare la dichiarazione doganale in import, comprimendo i tempi di delivery, con l’eliminazione di un passaggio formale non più necessario

      • Sdoganamento centralizzato

        Consente di ‘centralizzare’ il rapporto con le autorità a livello unionale, scegliendo un unico ufficio doganale nella UE e lasciando invariati i flussi logistici di smistamento, con una significativa contrazione dei costi di ‘relazione formale’, ed un conseguente incremento di competitività


      Con tali accorgimenti, le imprese potranno ottenere un significativo risparmio di tempo e denaro e non solo per i flussi destinati agli USA, ma per la delivery verso ogni mercato estero.

      Ridurre la base imponibile

      Nel secondo caso, e quindi per prodotti commercializzati, acquistati e poi rivenduti negli USA, la variabile dirimente sarà quella del valore dichiarato in dogana. L’imminente prospettiva di una maggior aliquota daziaria suggerisce di avvalersi di adeguati strumenti giuridici per ridurre la base imponibile e non esporre così i prodotti unionali a dazi eccessivi. Negli USA, si può impostare l’importazione secondo la formula del ‘first sale price for export’, con la possibilità di imputare i dazi ad una cessione precedente all’ultima, con un consistente risparmio daziario.

      Dazi ritorsivi

      Per quanto concerne, invece, i dazi ritorsivi che – a quanto affermato dalla Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen - saranno applicati dalla UE a prodotti statunitensi, ogni impresa italiana potrà fare riferimento ad un pacchetto di strumenti offerti dalla disciplina doganale unionale, per neutralizzare o differire l’impatto economico delle maggiori aliquote.

      La immediata minaccia potrà sotto altri punti di vista rappresentare un’opportunità per determinare le aziende domestiche a gestire finalmente le proprie relazioni internazionali tenendo conto con grande anticipo di tutte le diversificate variabili che compongono il ‘trade effort’ complessivo.

      Chi saprà allocarne le diverse componenti nel modo più appropriato, riuscirà a fare significative efficienze, riducendo i costi amministrativi e daziari e dando maggiore velocità alla delivery dei propri prodotti.

      La sfida può essere vinta attraverso una pianificazione mirata

      In definitiva, le nuove tariffe USA rappresenteranno una nuova sfida, imponendo alle imprese italiane e della UE una maggiore attività di pianificazione per neutralizzare i dazi non dovuti e riducendo la base imponibile per l’applicazione delle nuove tariffe.

      Il tema della ‘pianificazione di prodotto’ sarà dunque cruciale. Da tempo, le aziende più sensibili ai temi del commercio internazionale, tra le altre i principali brand della moda del nostro Made in Italy, hanno iniziato ad affrontare le complessità delle barriere tariffarie e non tariffarie molto tempo prima dell’avvio della produzione.

      Sarà necessario valutare ex ante tutte le variabili coinvolte (con il valore anche la classificazione e l’origine delle merci) per definire una modalità di delivery che colga tutte le opportunità di semplificazione e mitigazione offerte dalle regole del commercio internazionale.

      Ci si prospetta un nuovo assetto che gioverà non soltanto negli scambi ora sottoposti a guerre commerciali, ma garantirà una complessiva maggiore competitività verso tutti i mercati esteri.


      Contatti

      Massimo Fabio

      Partner, Head of Trade & Customs

      KPMG in Italy