Mercato M&A Mondiale
Il 2023 è stato un anno complesso per le attività di M&A, il cui valore globale, considerando i deal annunciati, è sceso per la prima volta nel decennio a circa 3.000 miliardi di dollari.
Il 2024 è stato invece un anno di ripresa. I deal annunciati hanno avuto un controvalore di 3.300 miliardi di dollari, con un incremento del 7.7% sul 2023. Tuttavia, il numero di transazioni si è ridotto del 12.5% rispetto all’esercizio precedente. Si è assistito, quindi, al ritorno dei mega deal, che nell’anno sono stati 99, con un ’incremento del 21.3% sul 2023.
Questi livelli di attività sono stati resi possibili grazie ad una serie di fattori tra cui:
una graduale stabilizzazione dello scenario macroeconomico
inflazione in diminuzione
miglioramento significativo della disponibilità di debito
riduzione del valuation gap tra venditori e compratori
Per quanto riguarda i settori in cui l’M&A è stato più attivo, il 44% in valore di tutti i deal ha riguardato aziende operanti in ambito Technology, Energy e FS.
Mercato del Private Equity mondiale
Investimenti
Per il private equity il 2024 è stato un anno di ripresa.
I tassi di interesse e l’inflazione sono finalmente scesi e in molti mercati la crescita economica è stata relativamente stabile. Tutto ciò si è tradotto in un contesto più favorevole e di maggiore fiducia per le transazioni con equity sponsor.
Il numero di deals a livello globale si è pero contratto del 25% rispetto all’esercizio precedente, per effetto del ritorno dei grandi deal.
Per quanto riguarda i settori di investimento, quello technology ha fatto da padrone, rappresentando il 33% dei deal in valore ed il 26% in volumi, ma anche FS ed Industrial hanno registrato significativi incrementi.
Nella regione EMEA, Il valore annuo delle operazioni PE è aumentato del 33,4% rispetto all'anno precedente, mentre il numero di operazioni è cresciuto del 18,2%. C’è stata quindi una buona ripresa rispetto al 2023 nonostante l’instabilità politica in UK, Germani e Francia, la guerra in Ucraina e tassi di interesse ancora elevati per buona parte dell’anno.
I driver di questa crescita sono stati diversi dal passato:
miglioramento della politica monetaria e delle condizioni macro-economiche generali
nuovi investimenti da parte di fondi US
una serie di operazioni di take private nonostante i corsi azionari generalmente elevati
grande attività in alcuni mercati come Germania ed Italia
Exit
Il 2024 ha visto un aumento del valore dei disinvestimenti (‘exit’) del 34% sull’anno precedente, ma una riduzione dei volumi. Nonostante il segnale positivo, gli exit restano tuttavia al di sotto della media del quinquennio.
Gli exit- sponsor to sponsor sono aumentati del 141% rappresentando 6 dei maggiori 10 exit dell’anno.
Gli exit tramite IPO hanno rappresentato solo il 6% dei valori nonostante alcune operazioni di grande profilo, ma incertezze geopolitiche e macroeconomiche hanno fatto rinviare IPOS, nonostante il rally che si è visto sui mercati.
C’è un generale consenso che la normalizzazione degli exit richiederà tempo, dai 2 ai 4-5 anni, a seconda dei punti di vista.
In EMEA, il valore degli exit annuali è cresciuto del 5%, mentre il numero degli exit in EMA è aumentato del 18,6%. È un dato sicuramente incoraggiante, visto il significativo backlog di portfolio companies.
Le dinamiche degli exit sono state diverse nei vari paesi europei. L’Italia ha registrato un anno record, con quasi 100 exit, mentre invece in UK e Irlanda hanno registrato uno dei peggiori anni del decennio. I settori in cui c’è stata più attività sono stati Technology e professional services.
Fund Raising
Il fund raising a livello globale ha registrato una riduzione del 8.5% rispetto all’esercizio precedente. Solo due asset class si sono sottratte a queste dinamiche: Infrastructure e Credit.
A soffrire maggiormente la categoria del buy out in North America, mentre Europe è rimasta sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente.
Agli investitori istituzionali si affiancano sempre più nella raccolta private individuals e sovereign wealth funds. Si stima che queste fonti di capitali nel prossimo decennio possano rappresentare il 60% della raccolta.
In Europa il fund raising nel 2024 ha mostrato due facce. Sotto un certo aspetto è stato uno dei migliori anni, quasi in linea con il 2021 e il 2023. La raccolta ha tuttavia favorito operatori di grande dimensione e con comprovato track record.
Anche sotto il profilo geografico ci sono state differenze. In alcune regioni, ad esempio il Nordics e l’Italia, c’è stato un aumento della raccolta, mentre in altri paesi, come Francia e Benelux, c’è stato un significativo rallentamento.
Outlook 2025
L’anno appena concluso e i primi movimenti a cui abbiamo assistito nel 2025 suggeriscono alcune riflessioni:
L’elevata incertezza macroeconomica e geopolitica ci porta a rivedere al ribasso le stime di crescita economica
In Europa ci sono probabilità di ulteriori tagli di tassi di interessi che dovrebbero ridurre i costi del debito e favorire gli LBOs (Leveraged Buyout, un'acquisizione di un'azienda finanziata principalmente tramite debito)
In considerazione del dry powder disponibile e della necessità di effettuare distribuzioni agli LPs (Limited Partners), con accelerazione sugli exit restiamo comunque moderatamente ottimisti per il settore nel 2025